Il parere del Dott. Gian Luca MARTINELLI
Responsabile Unità di Cardiochirurgia IRCCS Multimedica Sesto San Giovanni - Milano
Il progetto nasce da un'idea degli anni '90: assistenza parziale per aiutare un cuore malato senza bisogno di energie esterne. Finalmente, dopo la realizzazione di diversi prototipi, siamo stati in grado di avviare esperimenti con risultati iniziali estremamente incoraggianti. Il sistema sembra essere semplice da configurare, compatibile con l'organismo ed efficace nell'aumentare la gittata cardiaca.


L'aspetto tecnico: Pr Philippe PRIMO CAIMMI
Responsabile unità R&D Azienda Ospedaliera Universitaria Novara
Poiché non richiede una fonte di alimentazione esterna, il dispositivo non è soggetto a contaminazione infettiva del cavo di collegamento alla fonte di alimentazione esterna. L'impianto di questo sistema avviene senza bypass cardiopolmonare (CPB). Il rischio embolico del dispositivo dovrebbe essere ridotto dalla forma della camera elastica espandibile che ha l'ingresso e l'uscita direttamente nell'asse principale. Inoltre, poiché il dotto di efflusso è anastomizzato nell'aorta toracica discendente, il rischio di ictus è ridotto al minimo con il solo rischio di embolia periferica. Grazie alla sua posizione extracardiaca, il dispositivo può essere combinato con altre procedure di scompenso cardiaco come dispositivi per terapia di resincronizzazione cardiaca, impianto di valvola aortica Mitraclip e transcatetere. Con un adeguato recupero della funzione cardiaca, il dispositivo può rimanere in sede con lieve tromboembolia preventiva o può essere facilmente rimosso senza l'uso di CPAP. In particolare, a differenza dei dispositivi con connessione ventricolare apicale, la rimozione è priva di rischio embolico e non comporta la perdita della funzione miocardica apicale. "
